Taivé: un filo per l’integrazione.

Ma che vuol dire questa parola? 
E perché l’hanno scelta come titolo per questo progetto?

La spiegazione è molto carina secondo me. La Caritas Ambrosiana ha lanciato il progetto nel 2009 chiamandolo Taivé che significa ‘filo’ nella lingua dei rom. Infatti, le donne rom sono le destinatarie di questo progetto. 
Ma ora la collaborazione non è più solo con donne rom ma si è estesa a donne straniere in generale. 

Al Momento nel laboratorio lavorano 3 donne provenienti  dalla Romania, una dalla Macedonia, una dalla Nigeria, una dall’Eritrea, e una dallo Sri Lanka. Il lavoro attraverso il quale le donne hanno la possibilità di emanciparsi ed apprendere nuove capacità consiste nella sartoria e nello stirare. 



Ricevendo contratti per una durata massima di due anni, le donne lavorano accanto ad una sarta e altri volontari.
In più cuciono prodotti per la vendita in negozio o ai banchetti, come borse, abbigliamento, cose per la cucina (grembiuli, presine, tovagliette ecc.). 

Posso immaginare che se sei arrivato a leggere fino a questo punto, ti starai chiedendo:“ ma come è possibile che queste donne imparino a costruirsi un futuro e ad integrarsi nella società tramite questo lavoro?“ 
In realtà il laboratorio Taivé è molto di più che solo un negozio convenzionale. 


Può essere che qualcuno, sapendo che questo è un progetto di Caritas, pensi che il lavoro che facciamo sia di scarsa qualità. In realtà non è così.
Anzi, diamo grande importanza al fatto che tutti i lavori siano compiuti con precisione e nel tempo previsto.
Le donne che lavorano qui, hanno la responsabilità di organizzare tutti i passaggi di preparazione dei prodotti, e per farlo si devono mettere d’accordo, perché senza la coordinazione delle varie fasi la nave affonderebbe.


Quelle che potrebbero sembrare cose piccole, come leggere sul settimanale i prossimi lavori da fare, usare la lingua italiana per comunicare con le proprie colleghe o anche solamente chiedere un aiuto, per le donne che lavorano a Taivé sono difficoltà molto grandi.
Ma piano piano gli diamo gli strumenti per affrontare tutti questi ostacoli. 

E anche se faccio volontariato da relativamente poco tempo a Taivé, vedo già i cambiamenti personali di ogni donna, sia nella fiducia in se stessa sia in rispetto alle sue competenze lavorative. 
Perché alla fine non cerchiamo di formare sarte, ma di formare donne consapevoli, emancipate, che sono pronte a trovare un lavoro e ad integrarsi nella società.  


Spero che vi sia piaciuto questo breve riassunto del progetto in cui svolgo il mio SVE :)


E per  i Milanesi tra di voi, ecco l’indirizzo del negozio, così potete venire e vedere con i vostri occhi che cos’è Taivé. Siamo in via Eugenio Carpi angolo via Wildt vicino alla fermata Lambrate

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